Indice
- Introduzione
- Perché il colloquio con un recruiter nel 2026 è diventato decisivo
- La frase chiave essenziale
- Come prepararti mentalmente prima del colloquio
- Le informazioni da conoscere per presentarti al meglio
- Le domande più frequenti e come rispondere con strategia
- Cosa dire, cosa evitare, cosa valorizzare
- Gli errori più comuni che rovinano un colloquio
- Come gestire la tensione e trasformarla in un alleato
- Come chiudere il colloquio in modo professionale
- Conclusione
1. Introduzione
Immagina questo momento: stai per entrare in una stanza, reale o virtuale, dove qualcuno che non ti conosce deciderà se puoi accedere a un’opportunità che potrebbe cambiare la tua vita.
Pochi minuti. Poche domande. Poche risposte. E tutto si gioca lì.
Il colloquio con un recruiter non è un passaggio formale del processo di selezione.
Nel 2026 è una vera e propria valutazione strategica, dove conta cosa dici, come lo dici e cosa lasci intuire.
Non serve avere anni di esperienza. Serve avere direzione, consapevolezza, capacità di raccontare chi sei e chi puoi diventare.
2. Perché il colloquio con un recruiter nel 2026 è diventato decisivo
Il mondo del lavoro in Italia sta cambiando.
Secondo i dati ISTAT 2025, oltre il 39% delle aziende considera il primo colloquio con un recruiter come lo step più importante del processo di selezione, più importante del test tecnico e perfino del colloquio finale.
Perché? Perché i recruiter oggi valutano:
- come comunichi
- come ti adatti
- come ti relazioni
- come pensi
- se puoi crescere in azienda
- quanto sei motivato/a
Il curriculum parla del passato. Il colloquio racconta il futuro.
E il tuo futuro conta più di tutto.
3. La frase chiave che devi ricordare
Ripetiamola per fissarla: fare un colloquio con un recruiter
Questa è la competenza che devi imparare a padroneggiare. Non basta studiare, fare tirocini, inviare CV: nel 2026 è la tua capacità di sostenere un colloquio che può aprire o chiudere opportunità.
4. Come prepararti mentalmente: la base che tutti ignorano
Prima di un colloquio, la maggior parte delle persone ripassa il CV. Tu non farlo. O meglio, non solo quello.
Preparati mentalmente così:
1. Accetta l’emozione
Non devi essere perfetto/a. Devi essere presente.
2. Ricorda il ruolo del recruiter
Non è un giudice ma è solo un tramite. Il suo successo dipende dal trovare il candidato giusto per il ruolo nell’azienda.
3. Costruisci una narrativa
I recruiter non vogliono risposte a memoria. Vogliono sentirti ragionare.
Prepara tre concetti che devono emergere:
- cosa vuoi fare
- perché ti interessa quel settore
- cosa ti rende un/unaa buon/a candidato/a
Se sai cosa vuoi far passare, non rischi di perderti.
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5. Le informazioni da conoscere prima del colloquio
Arrivare senza essersi informati è uno dei motivi per cui molti colloqui finiscono male.
Prima del colloquio con un recruiter, devi sapere:
- Chi è l’azienda: Vai sul sito. Cerca: mission, valori, dimensioni, settore, prodotti o servizi. Secondo un report LinkedIn 2025, il 72% dei recruiter italiani premia chi dimostra conoscenza dell’azienda.
- Il ruolo. Cerca di capire: quali problemi dovrai risolvere, cosa ci si aspettano da te, che tipo di competenze servono.
- Il recruiter. (Trovalo su LinkedIn, leggi il suo profilo, capisci che stile ha. Questo ti aiuterà a modulare il tono).
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6. Le domande più frequenti (e come rispondere con strategia)
I recruiter fanno sempre alcune domande chiave. Non perché manchino di fantasia, ma perché sono domande che rivelano moltissimo.
- “Mi parli di lei.” Non raccontare la tua vita. Racconta il tuo percorso.
- “Perché vuole lavorare qui?” Inserisci tre elementi: azienda, ruolo e contributo che puoi dare.
- “Quali sono i suoi punti di forza?” Dillo con un esempio.
- “Qual è la sua area di miglioramento?” Non usare difetti mascherati. Sii sincera ma proattiva.
- “Come reagisce allo stress?” Racconta un episodio concreto e credibile, descrivilo in chiave positiva. Il recruiter non cerca risposte perfette, ma risposte autentiche e coerenti.
7. Cosa dire, cosa evitare, cosa valorizzare
Cosa dire:
- cosa stai imparando
- come ti adatti
- come comunichi
- cosa ti motiva nel ruolo
Cosa evitare
- parlare male di precedenti esperienze
- risposte vaghe
- frasi da manuale
- entusiasmo finto
Cosa valorizzare
- voglia di crescere
- attitudine collaborativa
- capacità di apprendimento
Nel 2026 il mercato del lavoro italiano cerca mentalità, non solo competenze.
8. Gli errori più comuni che rovinano un colloquio
- Parlare troppo. Se parli più di due minuti senza pausa, perdi il recruiter.
- Non fare domande. Chi non chiede sembra disinteressato.
- Non conoscere l’azienda. E’ un segnale di superficialità.
- Dare risposte rigide. I recruiter vogliono persone che sanno pensare, non recitare.
- Evitare il tema dello stipendio. Puoi affrontarlo, ma al momento giusto e con delicatezza.
9. Come gestire la tensione e trasformarla in alleata
La tensione indica che tieni a ciò che stai facendo. Usala.
Tecnica 1 – Normalizzazione Dì a te stesso/a: “È normale essere emozionata.”
Tecnica 2 – La pausa consapevole. Respira prima di rispondere: aumenta percezione di professionalità.
Tecnica 3 – L’ancoraggio. Entra pensando: “Sto qui per capire se possiamo lavorare bene insieme.”
10. Come chiudere il colloquio in modo professionale
La chiusura è il tuo “secondo primo impatto”. Usa questa formula:
- Chiedi se c’è qualcosa da chiarire
- Ringrazia
- Chiedi quali sono gli step successivi
Esempio:
“Grazie per il tempo dedicato. C’è qualcosa che posso approfondire o chiarire meglio? Quali saranno i prossimi step?”
Semplice. Efficace. Professionale.
11. Conclusione
Il colloquio con un recruiter non è solo una prova. È una porta.
Una porta che devi imparare ad aprire nel modo giusto. Ci vuole tempo, alcune porte non riuscirai ad aprirle, altre si richiuderanno davanti a te. E’ perfettamente normale.
E se senti di non avere ancora la direzione chiara, non devi affrontare tutto da sola.
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