Quando si parla di skill mismatch ci si riferisce alla discrepanza esistente tra le competenze richieste dalle aziende e quelle possedute dai lavoratori o dai candidati. È una problematica che, nel 2016, ha causato una riduzione del 6% nella produttività del lavoro a livello globale, coinvolgendo 1,3 miliardi di persone, secondo il report del Boston Consulting Group “Fixing the Global Skills Mismatch”. Questo fenomeno, in costante aumento, coinvolgerà entro il 2030 1,4 miliardi di persone.
Il mondo del lavoro sta subendo un rapido cambiamento a causa dell’evoluzione del mercato e dell’economia verso la digitalizzazione. Questo mutamento ha portato alla nascita di nuove professioni ad alto valore tecnologico, tanto che entro il 2025 il 27% dei lavoratori sarà impiegato in mansioni attualmente inesistenti. Tuttavia, mentre emergono nuove opportunità, si osserva una crescente disoccupazione, soprattutto giovanile, e una difficoltà da parte delle imprese nel trovare risorse qualificate con le nuove competenze necessarie.
L’orientamento e la formazione continua si pongono come soluzione per affrontare le sfide future dell’occupazione. Le competenze soft, come la consapevolezza e la voglia di imparare, diventano sempre più cruciali insieme alle competenze hard tradizionali. È importante riconoscere che le aziende stanno dando per scontate le competenze tradizionali, concentrandosi invece sulle competenze umane, considerate irrinunciabili e meno soggette all’automazione.
Per affrontare questa sfida, è necessario investire nella formazione continua sia per i giovani alla ricerca di lavoro sia per gli adulti che devono aggiornare le proprie competenze. È fondamentale costruire percorsi di orientamento e carriera gestiti da professionisti, in modo da individuare le capacità e le attitudini individuali e allinearle alle esigenze del mercato del lavoro.
Il mismatch delle competenze non è più considerabile un’emergenza temporanea ma un fenomeno strutturale del mercato del lavoro. È essenziale adottare strumenti e canali più efficaci per affrontare questa sfida, investendo in istruzione, formazione e nuovi modelli di business. Le imprese devono essere consapevoli delle nuove esigenze del mercato e adottare politiche di formazione continua per i propri dipendenti.
In Italia, la situazione è particolarmente critica, con un sistema educativo che fatica ad adattarsi alle esigenze del mercato del lavoro. È necessario rafforzare il collegamento tra scuola e impresa, promuovendo percorsi formativi che preparino i giovani alle professioni del futuro e investendo negli Istituti Tecnici Superiori ad alta specializzazione. Solo così sarà possibile colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro qualificato e garantire un futuro occupazionale sostenibile.